«A marzo di un anno fa ci siamo chiesti se valesse ancora la pena continuare».
Poi sulla facciata è comparso lo striscione «Bergamo #molamia!», un’esortazione a non arrendersi al Covid, che ha rappresentato uno sprone per resistere e andare avanti anche per Arturo Loris Spajani, titolare di Life Source, l’albergo sulla Briantea che da mercoledì 1° settembre ha finalmente aperto le sue porte ai clienti.
«Slogan difeso in tribunale» Dopotutto, quel progetto ambizioso che oggi si è trasformato nel primo esempio di struttura d’accoglienza in città non solo per turisti, ma anche per businessmen e (tra qualche settimana) persone che hanno bisogno di assistenza medica, piccole operazioni chirurgiche e riabilitazione, di traversie ne aveva già sopportate abbastanza. Oggi che la sua «creatura» è pronta a partire, Spajani ricorda quei giorni del 2020 con la voce rotta dall’emozione: «Abbiamo deciso di andare avanti, nonostante tutto – dice –. Quello slogan è nato da “dentro” e lo abbiamo difeso anche in tribunale da chi avrebbe voluto utilizzarlo per fini commerciali.
Era dei bergamaschi e loro doveva restare; presto diventerà anche un’associazione che farà beneficenza».
La scritta oggi è un gioco d’acqua che cade dalla sala riunioni sospesa al primo piano dell’albergo e s’intravede a intermittenza nella fontana che scende fino a terra davanti all’ingresso. Il tema dell’acqua, ripreso anche all’interno,
e quelli della sostenibilità ambientale, del design e della sicurezza tornano in maniera quasi maniacale nella struttura dalla facciata a specchi che, a seconda delle angolazioni, riflettono il cielo, le nuvole e pure Città Alta, di cui si gode
una vista inedita dalla terrazza sul tetto che ospita «Atmosfere», uno dei tre punti di ristoro presenti nell’albergo. Il fiore all’occhiello per il reparto food è «Le Terre», ristorante gourmet affidato al cuoco stellato Enzo Pettè – che guida
una brigata di sette persone –, e c’è anche un bistrot, «Onda», per aperitivi e pranzi più veloci e informali. Ma a fare la differenza, da metà novembre, sarà anche la «day surgery», una clinica attrezzata per operazioni ortopediche e cardiovascolari, che diventerà anche un centro di ricerca universitario. E poi la Spa, con una piscina studiata per la riabilitazione sanitaria, disponibile anche per i clienti dell’albergo, la sauna, il bagno turco e una palestra. E le camere, certo, 126 suddivise su quattro piani, arredate da «Tino Sana» con materiali che strizzano l’occhio al design e alla sicurezza: «Lavorare a questo progetto è stato molto coinvolgente - ha detto il presidente Gianpaolo Sana -. La flessibilità nella progettazione e il piacere di creare spazi per l’ospitalità sono stati gli elementi fondamentali che hanno tracciato questo percorso di rinascita.
La pandemia ha fortemente caratterizzato il concept design originale portandoci, in continuo dialogo e condivisione con le aziende coinvolte e la proprietà, a ricercare il giusto equilibrio tra distanziamento sociale e spazi di socialità, tra funzionalità ed efficienza». Meno spazi al ristorante e nella sala delle colazioni, un secondo ingresso per gestire meglio i flussi, materiali nuovi e più sicuri per una sanificazione più rapida ed efficace: sono alcuni dei correttivi cui il Covid ha costretto la proprietà dell’albergo negli ultimi mesi di lavorazione. «Abbiamo sviluppato questo progetto – ha detto ancora Spajani – legandoci a doppio filo al concetto di ospitalità e di attenzione al cliente, perché qui possa davvero godere di un’esperienza nuova, che si tratti di accoglienza, di ristorazione, di un soggiorno di riabilitazione o anche solo di un momento di svago».
Darà lavoro a 70 persone
A regime, entro la fine del 2021, la struttura darà lavoro a circa 70 persone; a metà novembre sarà collegata all’ospedale Papa Giovanni XXIII con una navetta dedicata.
Tra i cosiddetti interventi di compensazione per la città che la proprietà ha realizzato negli anni scorsi, ci sono il sottopasso ciclopedonale che attraversa la Briantea e i binari della ferrovia, collegando di fatto i quartieri di Loreto e Villaggio degli Sposi, un parcheggio da 100 posti auto accanto all’ospedale e la donazione dell’area boschiva ad est dell’albergo, accanto alla Motorizzazione.